Storia
L’origine del toponimo risale agli Etruschi (Cusna, kusunias), primi abitanti attestati nella zona. Il più antico documento scritto, dove si fa riferimento a Cosona come a un villaggio e a un castello, risale all’anno 828, epoca carolingia.
Nel Medioevo Cosona fu di proprietà della potente famiglia senese dei Tolomei che, avendo congiurato contro la Repubblica di Siena, dovette subire la distruzione del castello (1393). La pieve di Santa Maria a Cosona, situata lungo una direttrice viaria che collegava la via Francigena diretta a Roma alla via Lauretana diretta a Loreto, fu contesa fra i vescovi di Siena e di Arezzo.
Nel 1465 il cardinale di origine pistoiese Niccolò Forteguerri, imparentato con il pontefice Pio II, acquistò il castello, nella nuova forma di palazzo fortificato, dal re Ferdinando d’Aragona: da allora appartiene alla stessa famiglia, oggi Bichi Ruspoli Forteguerri.
La casa padronale è stata restaurata nelle forme attuali a inizio Novecento, dall’architetto senese Arturo Viligiardi.
Fino agli anni Settanta la tenuta è stata impostata sull’antico sistema della mezzadria, ed era il centro di una comunità di circa trecento persone, con la chiesa parrocchiale dedicata ai santi Laurentino e Pergentino, e la scuola. Famose erano le feste danzanti contadine, che attiravano partecipanti dalle zone limitrofe.
Nel 1996 alcuni scorci di Cosona sono stati immortalati nel film Il paziente inglese di Anthony Minghella, vincitore di 9 Premi Oscar.





















